08.12.2006 “TUTTA BELLA, SANTA, IMMACOLATA!”
Dice
Maria Santissima:
-Sì, Io sono l’Immacolata Concezione.
Dio Padre Mi ha scelta nel Suo Cuore Onnisciente,
già prima della creazione del mondo. Dall’eternità Io sono l’oggetto dell’Amore
unico e particolarissimo del Padre, che ha contemplato nel Suo Spirito la Mia
Immagine. Da allora Mi ha scelta e Mi ha Amata. Non poteva permettere Dio Padre
Onnipotente che Suo Figlio, il Suo Figlio diletto si incarnasse in una
carne corrotta, contaminata da ombra di macchia. Ecco perché Mi ha pensata
senza macchia: Io dovevo accogliere nel Mio Grembo il Verbo di Dio, in Me
doveva ricevere la Sua culla e doveva
assumere la Mia carne, essere nutrito dal Mio Sangue. Nel Mio grembo doveva
crescere e di Me doveva assumere le sembianze. Poteva la Madre di Dio essere
contaminata dal peccato di origine? No. E Dio sapeva tutto ciò. Ecco perché
nella Sua Mente ha concepito l’idea di Me pura, preservata, santa.
Santi i Miei genitori! Santi la Mia mamma Anna e il
Mio padre Gioacchino, perché timorati di Dio. Poiché hanno accolto la Sua
Volontà da sempre e, quando l’Onnipotente ha ascoltato la supplica accorata
della madre Mia, essi Mi hanno accolta come “dono di Dio”, come “Sua proprietà”
e, da subito, Mi hanno offerta al Padre e a Lui Mi hanno consacrata.
Essi Mi hanno custodita e cresciuta come “una perla
rara”, che va custodita e preservata. Il Mio amato vecchio padre si fermava a contemplarMi, mentre giocavo nell’orto di casa e gli occhi
gli si velavano di lacrime di commozione: - E’ più pura e cristallina della
rugiada, Maria-, diceva a Mia Madre. Anche Anna, Mia madre Mi osservava, senza
farsi notare. Ero un dono piovuto dal Cielo. Per questo è cresciuta la volontà
di “offrirMi e di portarMi
al Tempio”, perché Io fossi totalmente affidata e donata a Dio Padre. Essi
sentivano profondamente che Io non potevo appartenere a loro. Ero stata un dono
ed essi avevano gioito del dono. Ma il dono doveva essere donato a Colui al
quale apparteneva.
Io fui condotta al Tempio per essere di Dio e fare
in pienezza la Sua Volontà. Il dolore del distacco è stato compensato e
riempito dalla Santità di Dio che dona sempre con pienezza a chi si priva di
ciò che gli è caro.
Dopo pochi anni di permanenza al Tempio fui data in
sposa a Giuseppe, della casa di Davide.
Oh! Il Mio Sposo Giuseppe! Nessuno sposo sulla
Terra ha mai saputo amare la sua sposa in maniera così piena e totale! Tutto di
Lui è stato puro: la mente sapeva pensare secondo il cuore. E il Cuore di
Giuseppe era cristallino, trasparente, puro, come l’anima di un bambino. Mai
ombra di malizia ha percorso il suo animo. Per questo ha saputo accogliere
subito la Volontà di Dio Padre nelle parole dell’Angelo.
Giuseppe, come Me, ha creduto subito, perché sapeva
che “nulla è impossibile a Dio”. E Mi ha preso con Sé, come Sua Sposa. E Mi ha
custodita, protetta, amata teneramente, intensamente. Mai la Mia carne è stata
contaminata dalla Sua carne umana. Il nostro è stato un Amore totalmente
spirituale sommato alla cura delle esigenze anche materiali. Giuseppe coltivava
il piccolo orto, lavorava nel laboratorio, Mi aiutava nei mestieri più pesanti.
Egli, alle parole dell’Angelo, ha creduto e Mi ha
riconosciuto come la Madre di Dio. Giuseppe ha accolto il Frutto del Mio seno,
da subito e ha imparato ad amare Gesù, fin dal Mio grembo. Egli è Beato, perché
ha creduto. Anch’Io sono “Beata” perché ho creduto.
Quando l’Angelo di Dio si è presentato a Me, Io ero
assorta in preghiera. Il Mio animo vibrava di Dio e gustava le delizie del
Cielo. Il Mio animo era stato plasmato per accogliere la Volontà di Dio Padre e
anche se alle parole dell’Angelo rimango perplessa e un po’ turbata, tuttavia
l’animo Mio, istantaneamente, si apre alla Volontà e al Desiderio del Padre.
Sì, perché l’animo Mio sapeva cogliere i fili sottili dell’Amore del
Padre. E riponevo in Lui tutta la Mia fiducia e la Mia vita.
Io ero stata offerta a Dio Padre, perché in Me si
compisse il Suo Volere ed Io ero ben lieta e pienamente consapevole che nella
Sua Volontà era tutta la Mia Pace e la Mia Gioia.
“Lo Spirito Santo scenderà su di Te. Su Te stenderà
la Sua Ombra la Potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà Santo e chiamato
Figlio di Dio” ....
Io non potevo rispondere che -EccoMi,
sono la serva del Signore, avvenga di Me quello che hai detto-.
Io ero felice di essere stata scelta da Dio quale
Sua Madre. Sono stata felice, quando Elisabetta ha riconosciuto in Me la Madre
del Suo Signore. Mi è sembrato naturale che Giuseppe Mi accogliesse nella Sua
vita e divenisse il padre putativo del Mio piccolo Gesù.
Io Mi sono fidata di Dio. E Dio non mentisce: è un Dio fedele. E se a Lui è stato possibile
incarnarsi nel Mio grembo, sarebbe stata possibile ogni cosa.
Essere la Madre di Dio non Mi ha preservata dalle
privazioni, dalla sofferenza, dalle preoccupazioni e dai timori. La nostra casa
era povera. Vivevamo del lavoro delle nostre mani. Gesù è nato in una stalla e
L’ho deposto in una mangiatoia, perché non c’era posto nell’albergo per il Re
dei Re. Anche questa è stata la Volontà del Padre.
E poi la fuga in Egitto. E il ritorno a Nazareth. E
le trepidazioni di ogni mamma. E le Mie in particolare: - Che sarebbe stato di
Questo Bambino?-
Potevo solo fidarmi di Dio. Crescere nella fede e
nell’abbandono, certa che tutto concorre al Bene per coloro che amano Dio.
Anche le gioie sono indescrivibili: il piccolo Gesù
cresceva ed Io come una Mamma gioivo per le Sue scoperte, per la Sua bellezza.
Giocavo con Lui, ridevo con Lui, gioivo con Lui. Lo accudivo, Gli preparavo i
vestitini. Lo curavo. Lo cullavo. Contemplavo nel Mio bambino il Mio Dio. Gesù
cresceva in Sapienza e in Grazia. A volte Lo scrutavo. A volte non
comprendevo, ma custodivo ogni cosa, serbandola nel Mio seno.
Lunghe erano le giornate senza Giuseppe e con Gesù
lontano, anche se l’animo Mio era un afflato d’Amore e ogni Mio pensiero
accompagnava il Mio Gesù, dovunque Lui fosse.
Quale struggimento dell’animo Mio, quando Gesù
tornava stanco, appesantito, avvilito, smagrito per le privazioni e più per
l’ingratitudine delle genti! Sì, spesso si inginocchiava, accovacciato ai Miei
piedi, posava la testa sulle Mie ginocchia ed Io Lo accarezzavo, sussurrandoGli tutto il Mio Amore. Avrei voluto tenerLo lì, così, per sempre.
Ma sapevo che non era possibile. Egli era venuto
nel mondo per compiere fino in fondo la Volontà di Dio Padre. Ed Io avevo
accolto la Volontà del Padre, quando avevo pronunciato il Mio Eccomi.
-Eccomi-, ho ripetuto fin sotto la Croce. Fin sulla
Croce. Per questo Io sono la vostra Madre: Io, insieme a Gesù, vi ho generati
come figli sotto la Croce. Accogliendo la Morte del Mio Figlio, Io sono
divenuta la Madre vostra.
Per questo vi Amo di un Amore viscerale: il Mio
Amore è passato per la Croce. Il Mio Amore per voi ha superato l’Amore
per il Figlio. L’Amore per la Volontà di Dio ha permesso tutto questo.
Umanamente è inspiegabile e inaccettabile. Solo in una “dimensione mistica
divina” è possibile comprendere il Mio Sì sotto la Croce. Io ero divenuta
talmente una cosa sola con il Figlio che non potevo non volere altro che quello
che il Figlio voleva. E il Figlio era nel Padre e voleva compiere solo la
Volontà del Padre.
Per questo Dio L’ha ascoltato e Gli ha dato potere
nei Cieli, sulla Terra e sotto terra. Per questo davanti a Lui si prostreranno
i popoli di ogni lingua e nazione. Per questo Egli regnerà e sarà
l’Emmanuele. Con l’obbedienza fino alla Croce Egli ha Glorificato il Padre.
Ma Gesù è stato a Sua volta Glorificato dal Padre. La
Croce è il Trono della Gloria. La Gloria del Figlio di Dio doveva passare per
la Croce, per la debolezza, per la sconfitta apparente. Ma il terzo giorno il
Figlio di Dio è risorto. Poteva Dio abbandonarLo alla
morte?
Egli è risorto. Egli è il Risorto, primizia dei
risorti, siede alla destra del Padre e presto verrà e regnerà in mezzo a voi.
A Lui la Gloria, l’Onore, l’Amore, il rendimento di
Grazie nei secoli dei secoli.